29 Luglio 2013 – Le prime 10 cose che ho imparato ad Amburgo

Fra pochissimi giorni saranno 3 mesi che sono qui, arrivata in questa landa desolata, poco assolata 🙂 Mi sembra di essere lontana da una vita e mezza. La lenta regolaritá che acquisisco mi piace, e in un altro post vi racconteró le 10 cose che mi sarebbero mancate se me ne fossi tornata in Italia (cominciavo giá a pensarci, e invece…) peró come ti manca casa d´estate quando tutti tornano alla base, come ti manca la spiaggia quando consumi le tue giornate dietro una scrivania, aspettando di imparare.

Non sono stati 3 mesi inutili, anzi. E chissá quante altre cose impareró nei prossimi, chissá quanti saranno i prossimi. Nel frattempo, se c´é qualcosa che ho capito é che…

#1 Qui non si puó bere nulla che non sia con kohlensäure, anidride carbonica. I tedeschi sono allergici all´acqua naturale. Ci devono mettere dentro una foglia, un fiore, un grano di pepe, un capello, qualcosa che gli stuzzichi il palato. La prima volta al supermercato nel reparto bibite m´é venuto spontaneo di comprare l´acqua con l´etichetta blu e la scritta “Classic”. Vuol dire che c´é un quantitativo di bollicine da sturarti il naso. Quella rossa, invece, é l´acqua degli sfigati, e dopo un po´non ti disseta.

# 2 Sí, perché dopo un po´i sapori pervadono anche le tue papille, fra salse, salsine e salsette. Non si accontentano piú di qualcosa di sano, bollito, insipido. Cercano sempre nuovi stimoli, vogliono sale, sale, sale, sale. Cosí il ricordo vago di due biondissimi turisti che ti cenavano di fianco durante le vacanze in montagna e con disgusto caricavano di altro sale la pizza appena servitagli…diventano stranamente concepibili.

# 3 Sei tu il deficiente che fa la colazione dolce. Tu e forse gli spagnoli. Il resto del mondo mangia pane e salame, fattene una ragione e smettila di credere che sei ancora dalla parte del giusto (vince sempre la maggioranza). Per il dolce c´é sempre a disposizione tutto il resto della giornata: le 1000kcal di un Kaffee und Kuchen (torte di otto piani fatte di burro al 50% innaffiate da litri di cappuccino) e, ovviamente, gli zuccheri introitati grazie alle bevande gasate di cui sopra.

# 4 Quando si entra in casa ci si toglie le scarpe. Magari le si lascia anche fuori, tutte sparpagliate, come fanno i miei dirimpettai turchi. Di ogni dimensione, i mocassini del papá su quelle mignon della figlia piú piccola, fino alle scale. All´inizio é uno shock, un festival di calzini bucati ed imbarazzo. Poi capisci l´utilitá: si sporca meno e si sta piú comodi. Ed improvvisamente torneresti in Italia costringendo la tua famiglia a convertirsi a questa pratica.

# 5 É impossibile rimorchiare un tedesco in discoteca. Perché, appunto, non ti rimorchiano loro. Dovresti buttartici addosso e malamente pur di farli reagire. Ammiccano, dondolano, ma non farebbero mai il primo passo. Cosí sai che chiunque ti si avvicini avrá qualche gene straniero da parte di madre o di padre. Questo non vuol comunque dire che ti richiamerá il giorno dopo (una regola da rammentare a livello universale 🙂 )

# 6 Il weekend (Wochenende) é sacrosanto. Va organizzato nei minimi dettagli, tanto quanto la settimana di lavoro appena trascorsa. Se non hai nessun piano o resti in cittá sei uno sfigato assoluto. (Noi continuiamo a farlo italian style: si decide di SABATO MATTINA!)

# 7 I tedeschi sono capaci di mandare giú quantitativi di birra improponibili. Non é uno stereotipo. E sono insuperabili nello schifo lasciato dopo una qualsiasi festa/manifestazione/concerto. É un tripudio di schizzi di vomito, rivoli di piscio e carcasse di bicchieri di plastica e bottiglie di vetro appositamente recuperati dai trovatori di “Pfand” (in Germania puoi restituire vetro e plastica ottenendo in cambio qualche spicciolo che gli hai comunque pagato al momento dell´acquisto). Lo fanno perché sanno che tutto sará ripulito prima che sorga il prossimo sole, come se nulla fosse accaduto. Tuttavia, dopo le 4 di mattina, in Reeperbahn ti servirebbero le scarpe chiodate.

# 8 Le feste sono tutte uguali: di paese, del porto, del molo, dell´angolo della strada: ci saranno sempre 50 stand che preparano 50 tipi diversi di schifezze che vorresti sbafarti dalla prima all´ultima. Ci sará sempre il capannetto che vende solo cetrioli, o solo cavoli fritti (che trash) e gli immancabili cuoricini di pan di zenzero. Birra a fiumi, ovvio. (Vedi punto 7)

# 9 Va sfruttato ogni raggio di sole. Puoi spogliarti ovunque, vestirti come ti pare, puoi anche non depilarti: nessuno ti guarderá, nessuno se ne accorgerá, nessuno ti giudicherá. Tutti uguali nell´impudicizia.

# 10 Amburgo non é sul mare, ma sul fiume. (E questo piú che il punto 10 é il punto 1!) E il fiume é gigante, visto che ospita uno dei maggiori porti del mondo intero. Il fiume si chiama Elba. E se pensavi che il Tevere fosse sporco, non l´hai ancora visto.

24 marzo 2013 – L’ultima birra a Roma Nord

Digita “pub+tranquilli+Roma+Nord” anche se è il tuo ultimo sabato capitolino, e metti una serata perfetta con chi ti ha accompagnato mano nella mano per tutta questa strada, quelli che sai che non ti lasceranno mai, che non si offendono perché ti allontani, piuttosto fanno il tifo per te…o addirittura sperano che tu possa trovare prospettive anche per loro.

Gli avevo promesso un igloo, e sono tornata.

A ‘sto giro?

Who knows. Tanto che, per quel cammino, ci sono indicazioni forti e chiare, come questa frase, sulle pareti di questa birreria:

Vivi momento per momento, muori al passato, non proiettare alcun futuro… godi il silenzio, la gioia, la bellezza di questo momento.

Ogni tanto tenta di vivere e basta. Vivi semplicemente. Non lottare e non forzare la vita. Osserva in silenzio ciò che accade. Lascia accadere ciò che accade. Permetti a ciò che è, di esistere. Lascia cadere ogni tensione e lascia che la vita fluisca, che accada. E ciò che accade, te lo garantisco, libera.

– Osho

Non sono particolarmente zen, ma questi sono messaggi per me, dal futuro. Letti e segnalati dalle voci di chi mi spronerà a camminare ancora.